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Momenti gloriosi

Da una conversazione con 

Sri Srimad Bhaktiraksakha Sridhara Gosvami Maharaja







Uno studente domanda: Ho recentemente scoperto che in una libreria degli Stati Uniti è stato trovato un libro dal titolo ‘’India sconosciuta’’, scritto durante la seconda guerra mondiale, mentre l’autore era rinchiuso in un campo di concentramento in India. Il libro inizia con la storia di un uomo austriaco che è l’autore (la sua biografia), il quale incontrò un discepolo tedesco di Srila Bhaktisiddhanta Saraswati Thakura.


Srila Bhaktiraksaka Sridhara Maharaja: Sì, il devoto tedesco era stato imprigionato in India perchè le persone con quella nazionalità, durante la seconda guerra mondiale, erano considerate prigionieri e così fu messo in cella con un signore austriaco e lì s’incontrarono e vi rimasero per alcuni anni. Il devoto tedesco si chiamava Sadananda Dasa (Prof. Schulze) e aveva ricevuto molte istruzioni sugli insegnamenti Gaudiya Vaisnava, e negli anni ’30 incontrò anche Srila Prabhupada Bhaktisiddhanta. Poi quando fu scarcerato accettò la guida e l'iniziazione da Srila Bhakti Hrdaya Van Maharaja. Dopodichè tornò in Europa a fine anni ’50 o inizio anni ’60, e là predicò: era un oratore molto eloquente e dotto. So che specialmente predicò in Italia e anche in Svezia, dove prese la cittadinanza essendo un paese neutrale ai conflitti e politiche post belliche. 


Conosco un fatto che mi è rimasto impresso: un giorno un devoto Bengali venne qui a trovarmi a Mayapur di ritorno da un viaggio in Italia, e durante il soggiorno partecipò ad una conferenza di Sadananda Prabhu e mi disse: ‘Di certo un giorno tutto il mondo accetterà il gaudiya vaisnavismo e il movimento di Sri Caitanya perchè l’ho visto coi miei occhi accadere in Italia. C’era una grande assemblea che ascoltava la lezione di Sadananda Prabhu e ogni tanto, nel mezzo della lezione, egli esclamava ‘’Sri Gaura Nityananda Ki Jay!’’ e tutti gli ascoltatori ad alta voce ripetevano: ‘Gaura Nityananda ki Jaya!’’ Perciò l’ho visto personalmente accadere in Italia e penso che presto tutto il mondo accetterà Gaura-Nityananda.’'


Sadananda era un filosofo e un esperto oratore. Un giorno chiesi anche a Svami Maharaja se conosceva o aveva mai incontrato Sadananda Prabhu, che aveva già iniziato a predicare in Europa con molto successo, ma lui rispose che non lo aveva incontrato e che forse aveva già lasciato il corpo.


Un giorno andai ad incontrare Sri Hrdaya Van Maharaja a Calcutta e mi presentò il devoto tedesco, dicendomi che conosceva 8 lingue, incluso il bengali e che era molto energico ed un esperto studioso. E così instaurai una certa amicizia con lui.



Domanda: Come può una persona desiderare esclusivamente di servire Krsna se possiede tanti altri desideri, come se ne venisse bombardato? Cosa deve fare? Potrebbe essere consapevole dello standard o l'ideale più alto a cui volgersi; ma in tali circostanze sembra difficile fissarsi nella pura aspirazione del servizio.


Srila Sridhara Maharaj: Se riesci ad accedere al positivo, il negativo rimarrà lontano: questo è il principio di base.


In base a quanto possiamo progredire verso il positivo, automaticamente il negativo dovrà ritirarsi, lasciarci. Il positivo rappresenta sadhu-sanga, sadhu-sastra-sanga, associazione con i santi e le scritture. Non serve altro, solo una cosa semplice: la nostra associazione con il sadhu. E associazione con il sadhu significa arresa. Quindi, arrenditi al positivo e, in base al grado di arresa e fede in ciò che dicono i sadhu e gli sastra, automaticamente le richieste negative dei desideri materiali che sembrano apparentemente irresistibili, saranno rimosse.


E nel lato positivo c'è della gradazione: vaikuntha-bhakti, o devozione a Narayana; devozione a Ramacandra; poi a Dvarakadisa; poi a Krsna a Vrindavana. I progressi attraverso la selezione e l'eliminazione continueranno anche là. Ma la nostra sincera preghiera dev’essere sempre questa:


viracaya mayi dandam dinabandho dayam va

gatir iha na bhavattah kacid anya mamasti

nipatatu sata-kotir nirbharam va navambhas

tad api kila payodah stuyate catakena

(Srila Rupa Gosvami)


“O Amico dei più bisognosi, che tu mi castighi o mi ricompensi, in tutto il mondo non ho altro rifugio che Te. Sia che lo colpisca il fulmine o che piovano torrenti di fresche acque, l'uccello Cataka, che beve solo la pura acqua piovana, continua sempre a cantare le glorie della nuvola carica di pioggia.''


Krishna è l'amico dei caduti, dinabandhu dayam va, Egli può fare qualsiasi cosa, in accordo al Suo dolce desiderio. Rupa Goswami qui prega: “Puoi aiutarmi o rovinarmi, ma non ho altra alternativa che volere la Tua grazia. Tutto è insapore per me, mio ​​Signore; ti prego, accettami, dammi un umile servizio ai Tuoi santi piedi”


Questo è ciò di cui abbiamo bisogno: la nostra fervida preghiera, una profonda preghiera verso di Lui per ottenere la Sua grazia, per il Suo servizio e non avere altra alternativa. Dobbiamo essere come il Cataka, l'uccello che non prende mai l'acqua, per quanto pura, caduta sulla terra, ma solo quella proveniente dall'alto, dal cielo. Con il volto rivolto al cielo, aspetta, pregando: “una goccia d'acqua, una goccia d'acqua…” E l'acqua potrebbe cadere abbondantemente dal cielo sino ad annegarlo, oppure al contrario essere fulminato da un lampo; qualunque cosa accada, qualunque cosa accada, non ha altra alternativa che pregare: "O Signore, dammi la tua grazia, una goccia della tua grazia. Quella grazia è infinita. Per te dare una goccia non è niente, eppure potrebbe salvare il mondo intero. Quindi, non ho altra alternativa.” Dobbiamo avere questo tipo di saranagati, l'arresa e il desiderio.


Inoltre possiamo ottenere molto aiuto dai Suoi associati, i devoti. Sono davvero nostri amici perché in loro associazione, il nostro desiderio può aumentare. E, svajatiya-yasaye snigdhe sadhau sangah svato vare (B.r.s. 1:2:90), una buona associazione è con un sadhu che appartiene alla stessa linea e che è superiore. Nel sadhu-sanga è stato raccomandato che il sadhu con cui ci associamo sia nella mia stessa linea: ovvero che possieda lo stesso tipo di desiderio, di aspirazione, oltre a ricoprire una posizione devozionale superiore, anche di poco, rispetto a me. Cercherò di mettermi a sua disposizione; e questo mi aiuterà al grado massimo.


Questa forma di vita umana è rara ed è transitoria; in qualsiasi momento, potremmo morire. In qualsiasi momento potrei non esserci più, e questa possibilità di praticare la bhakti potrebbe non ripetersi. Questa vita, con la sua speciale opportunità e queste condizioni favorevoli, potrebbe non tornare. Quindi, è importante percepire questo fatto, e concepire il valore del tempo nelle nostre mani; dobbiamo essere particolarmente consapevoli del grande valore del tempo presente.


Nello Srimad Bhagavatam, questa domanda è stata posta da Pariksit Maharaj a Sukadeva Goswami: “Ho solo un'altra settimana da vivere. In questo breve tempo, ti prego, dammi qualche istruzione, affinché io possa salvarmi”.

E Sukadeva rispose: "Oh, una settimana è abbastanza!"


Da Sukadeva Goswami è arrivata questa dichiarazione meravigliosa! Lui ha spiegato:

“O re, abbiamo passato così tanto tempo e così tante vite in questo mondo. Da tempo immemorabile percepiamo la nostra esistenza, la nostra vita, ma non è mai stata correttamente utilizzata. Ma solo un secondo, se utilizzato correttamente, sarà sufficiente. Questa è la realtà dei fatti. Quindi, cerca di utilizzare il tempo, ogni momento a tua disposizione, per il miglior scopo possibile. Ci sono così tante montagne, così tanti alberi, e hanno una lunga vita, una lunga, lunga vita, non credi? Se si è distratti, disattenti riguardo il proprio interesse, anche una lunga vita non ha alcun valore. Ma se riusciamo a capire bene la nostra situazione e la nostra necessità, allora solo un momento, opportunamente utilizzato, produrrà un’immensa crescita in noi, un risultato immensamente fruttuoso”.


Quindi Sukadeva Gosvami raccontò la storia di Khatvanga Maharaj e di come utilizzò l'unico momento che gli era rimasto da vivere. Khatvanga Maharaj chiese ai Deva:

"Mi dite quanto tempo posso vivere?"

Essi risposero: "Solo un altro momento."

“Oh, allora andatevene tutti. Voi non potete darmi il risultato desiderato. Chi può darmelo?” I deva risposero: "Solo Narayana può soddisfare il tuo desiderio."

E Khatvanga Maharaj disse: "Allora, lasciatemi tutti, andate!"

E senza alcuna riserva si arrese ai piedi del Signore; s’impegnò nel suo servizio e conseguì il fine desiderato:


khatvango nama rajarsir, jnatveyatam ihayusah

muhurtat sarvam utsrjya, gatavan abhayam harim

(S.B. 2:1:13)


"Il santo re Khatvanga, dopo essere stato informato che la durata della sua vita sarebbe stata solo un momento in più, si liberò immediatamente da tutte le attività materiali e si rifugiò nella salvezza suprema personificata, Dio la Persona Suprema”.


Il Signore è specificamente menzionato in questo verso col nome Hari: gatavan abhayam harim. E chi è Hari? Egli è abhayam: quando Lo raggiungiamo, allora ogni apprensione, ogni paura e ogni cosa indesiderabile sarà sconfitta per sempre. 'Hari' significa ‘Saccidananda’ ovvero esistenza eterna, perfetta coscienza e realizzazione di una vita immersa nella gioia estatica. Maharaja Khatvanga ottenne tutto questo in un solo momento!


Gaura Hari Bol!

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dal sito web: www.gaudiya.it

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